Questa la frase che Sarah recita nella scena clou di uno dei film della mia infanzia (e non solo): Labyrinth.

L’apice del film è nel castello multidimensionale del perfido Jareth, dove l’affascinante mago prova a confondere Sarah, ragazzina sognatrice in cui mi sono sempre impersonificata, chiedendole di diventare la sua regina e dichiarandole amore eterno. Lei, però lo rifiuta,gridandogli addosso, al rintocco dell’ultima delle tredici ore concessegli da Jareth, la frase che non ricordava mai quando provava ad interpretare la protagonista del suo libro preferito: “Tu non hai alcun potere su di me!”. 
La stanza in cui si trovano crolla e Sarah si ritrova nell’ingresso di casa con l’orologio che batte la mezzanotte e un barbagianni che vola via.
Nella sua stanza, Sarah raccoglie alcuni dei suoi giocattoli e ritorna nella stanza di Toby, il fratello che Jareth aveva rapito, per ridargli il suo orsacchiotto Lancillotto. Mentre è davanti allo specchio nella sua camera,  chiaramente confusa, non sapendo se questa è la svolta decisiva nella sua vita fra essere adulta o rimanere bambina, appaiono Gogol, Bubo e Sir Didymus come immagini nello specchio. Loro sembrano accomiatarsi da lei non appena Sarah si lascia dietro le fantasie dell’infanzia, ma le ricordano che ci saranno “se dovessi aver bisogno di noi”.
Sarah insiste che anche quando lei diventerà grande, avrà sempre bisogno di loro, e il film si chiude con tutte le creature di Labyrinth che celebrano il rifiuto di Sarah di abbandonare la sua immaginazione.
Fuori dalla finestra, Jareth osserva la festa accettando il fatto di essere stato sconfitto dalla ragazza.
Tuttavia il perfido mago è ancora in possesso di tutti i suoi poteri e vola via nella notte, per andare a cercare nuovi bambini da rapire.

Che anch’io abbia superato il mio labirinto? Forse ancora no, ma ogni passo è la meta!