La valigia: quando farla? Cosa prendere? Cosa lasciare? Uno dei dilemmi più ricorrenti prima di un viaggio.
Solitamente in un primo momento tendo a rinviare il problema: come se la valigia fosse un fastidio da respingere, sino a poco prima della data prestabilita per la partenza.
Secondo un articolo di psicologia da viaggio che ho letto recentemente, è proprio in quel preciso istante, alla resa dei conti, che si svelano le caratteristiche delle persone. C’è chi la valigia la fa all’ultimo minuto, buttandoci dentro quel che gli arriva a tiro, fiducioso che, una volta in viaggio, riuscirà a cavarsela benissimo. C’è invece chi la fa con grande anticipo, ora togliendo ora mettendo, a più riprese, mostrando debita diffidenza nell’improvvisazione. C’è, infine, chi fa la valigia con solo giorno d’anticipo, ma ha pensato a lungo a cosa prendere e cosa no.
Io rientro in pieno in questa categoria: i pensatori, previdenti ma insicuri, quelli che vorrebbero lasciarsi andare ma che la vita ha costretto a essere più dubbiosi che fiduciosi.
Quale che sia l’atteggiamento predominante, una cosa è certa: sulla valigia tutti fanno i conti con una quota di ansia variabile, rappresentativa delle paure, dei bisogni di auto rassicurazione o di negazione rispetto alla complessità che ogni viaggio comporta e ciò è ben rappresentato anche da quanto vi mettiamo.
Nella disamina di ciò che è presente in valigia possiamo infatti scoprire quali sono i nostri timori più frequenti. Se, ad esempio, i farmaci e i dispositivi medici e la loro eccessiva presenza ci parlano della paura delle malattie e della morte, l’eccessiva presenza di abiti, o di accessori, racconta la paura di non saper fronteggiare il nuovo senza lo scudo protettivo dei panni rappresentativi le piccole certezze quotidiane.
Ci sono infine numerosi oggetti che messi in valigia svolgono una funzione rassicurante: tablet, telefoni e tutta la tecnologia per rimanere connessi con il mondo e con la rete, libri, diari e oggetti scaramantici.
Scopri qui sotto quali sono quelli più comuni e prova ad aggiungerci in occasione del tuo prossimo viaggio la capacità di vivere l’intensità dell’attimo fuggente, raramente messo in valigia prima d’ogni altra cosa.
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