Cinque Terre: i cian di Manarola

Cinque Terre: i cian di Manarola – foto della Fondazione Manarola Cinqueterre

Cinque Terre è il nome che definisce il tratto di costa che si estende per una lunghezza di circa quindici chilometri lungo il litorale orientale ligure, quasi al confine con la Toscana.

E’ un territorio unico nel suo genere, che prende il nome di Cinque Terre dalla presenza di cinque borghi di origine medioevale: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.

Quanto caratterizza in maniera unica il paesaggio delle Cinque Terre è la presenza lungo gli irti crinali spesso a strapiombo sul mare di un sistema di coltivazione (principalmente di viti e ulivi) a terrazzamenti, i famosi  ciàn, che nel periodo di massima estensione si sviluppava per più mille ettari.

Il recente abbandono delle pratiche agricole, avvenuto a causa del progressivo spopolamento dei comuni dell’area e delle mutate condizioni economiche, ha fatto sì che la natura tendesse a recuperare i propri equilibri, ricolonizzando le fasce di terreno occupate dalle coltivazioni. A questo fenomeno, di per sé non negativo, si accompagna, tuttavia, il pericoloso rischio di dissesti idrogeologici, che, purtroppo, assume una rilevanza straordinaria laddove i fenomeni franosi minacciano i centri abitati.

Cinque Terre, Manarola - foto di Cristian Prola

Cinque Terre, Manarola tra passato e futuro – foto di Cristian Prola

Questo è il caso di Manarola, dove la vallata denominata “Anfiteatro dei Giganti”, fino a cinquant’anni fa completamente coltivata, versa ora in uno stato di degrado che peggiora progressivamente in concomitanza con l’abbandono delle coltivazioni e la conseguente mancanza di manutenzione dei caratteristici muri a secco di delimitazione delle coltivazioni.

Grazia all’istituzione di una Fondazione, che raccoglie fondi per la ricostruzione dei muri a secco e la rimessa a coltura dei campi abbandonati, la comunità di Manarola è in prima fila nel recupero dei caratteristici terrazzamenti delle Cinque Terre, coniugando la finalità primaria di salvaguardare l’abitato da disastri idrogeologici con l’esigenza di preservare un angolo di territorio di straordinaria bellezza dove, passeggiando sui sentieri a picco sul mare,  con un solo sguardo si può cogliere l’unicità di un paesaggio costruito dall’uomo nei secoli e comprendere la fragilità dell’equilibrio uomo-natura.

Anche io e Cristian, ospiti di un delizioso bed&breakfast a Manarola, la cui proprietaria, Sara, è anche guida escursionistica ed ambientale, abbiamo avuto il piacere di vedere quanto già fatto dalla Fondazione e di comprendere il territorio delle Cinque Terre in maniera più autentica e profonda, scoprendone non solo la flora, la fauna, gli aspetti geologici, la storia e il patrimonio culturale ma anche la corretta frequentazione di un’area protetta, imparando a rispettarla.

Sara, accompagnandoci lungo il sentiero che da Manarola sale fino al piccolo centro di Volastra, ci ha spiegato quanto sia arduo ed impegnativo su sentieri così impervi ripristinare i vecchi campi coltivati e quanta fatica dovevano fare la sua nonna e i suoi coetanei quando, quasi accovacciati per terra (alle Cinque Terre i vitigni sono molto bassi per proteggerli dal vento), vendemmiavano l’uva da cui si produce il bianco locale, il Sciacchetrà (da sciaccà, schiacciare e trà, trarre, tirar fuori). A fine giornata erano talmente tanto esausti che non si vedeva l’ora di tornare a casa, altro che andare al mare!

Salendo verso Volastra e poi riscendendo a Manarola attraverso il borgo di Groppo ci ha illustrato, inoltre, come la vegetazione cambi a seconda dell’esposizione al sole: se, infatti, i versanti soleggiati ricordano la macchia mediterranea, con massiccia presenza dell’erica arborea, arbusto sempreverde che ad aprile raggiunge il massimo della fioritura, e di lecci, la cui nascita e crescita è favorita proprio dall’erica arborea, i versanti meno esposti hanno una flora tipica del sottobosco, con presenza di muschi, felci e licheni.

CinqueTerre, Manarola - foto di Cristian Prola

CinqueTerre, Manarola – foto di Cristian Prola

Come aiutare gli abitanti delle Cinque Terre a preservare il loro magnifico territorio? Scegliendo di visitarle in maniera responsabile ed ecoconsapevole, utilizzando, ad esempio, per raggiungerle i mezzi pubblici e muovendosi in loco in treno, in battello o, perché no?, anche solo semplicemente a piedi!