L’ Isola di San Giulio, l’unica isola del Lago D’Orta, si trova di fronte ad una cittadina intrisa di miti e leggende, Orta San Giulio.
Il Lago d’Orta è considerato da molti il “Loch Ness italiano”, in quanto si dice che in antichità fosse infestato da draghi e mostruosi serpenti marini. San Giulio, predicatore e guerriero vissuto nel quarto secolo dopo Cristo, volendo a tutti i costi costruire qui la sua centesima chiesa, si spinse fìn sulle rive del lago e, affascinato dal luogo, rimase a contemplare l’isola. Non trovando una barca, stese il proprio mantello sull’acqua e camminandovi sopra raggiunse l’isola. Scacciati draghi e serpenti con la sola forza della parola, raggiunse il suo obiettivo e qui costruì una chiesa, nella quale fu poi sepolto.
La suggestiva basilica romana, cui si giunge dalla terraferma dopo un breve tragitto in battello, è ancora oggi la principale attrattiva dell’Isola di San Giulio. Al suo interno custodisce preziose sculture lignee raffiguranti draghi e mostri marini, affreschi del XV secolo e un ambone (pulpito) scolpito nella pietra di serpentino grigio-verde proveniente dalla vicina cava di Oira. Nell’annessa sacrestia sopra ad un antico drago in ferro battuto è appeso un osso, un’enorme vera vertebra delle dimensioni di un metro.
Oltre alla chiesa merita senza dubbio fare una passeggiata del piccolo borgo lungo la via del silenzio e della meditazione, percorsa quotidianamente anche dalle monache che risiedono stabilmente sull’Isola di San Giulio, dedite alla preghiera, allo studio, al restauro di antichi e preziosi paramenti sacri, alla confezione delle ostie e alla preparazione del celebre “pane di San Giulio” (pane dolce realizzato in occasione della festa patronale con uva sultanina, noci, nocciole, pinoli e scorze di arancia).
Gli altri edifici dell’isola, ora residenze private, costituivano un tempo le abitazioni dei canonici: tra le più antiche spicca Villa Tallone, di proprietà di un’antica famiglia di costruttori di pianoforti artigianali, sede ogni anno a giugno del “Festival Cusiano di Musica Antica”.
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