Pasqua 2020: per strada nessuno, persino nel centro di Torino.
Mi pare quasi di essere fortunata ad aver vinto il turno per chi deve andare a buttare la spazzatura mentre osservo chi, come me, si avventura fuori casa per pochi minuti.
C’è che si concede il lusso di sgranchirsi le gambe, chi porta il cane a fare due passi, chi regala al proprio figlio cinque minuti di aria fuori dalle mura domestiche. Tutti accomunati dalla percezione che l’altro possa essere un untore, che sia incosciente se gira senza mascherina e guanti.
Foto di Cristian Prola
Che cos’è questa pandemia?
L’Apocalisse? Forse.
Anche se io in questa condizione di isolamento forzato, con la città deserta, ci sto bene, paradossalmente molto bene. Adoro prendere il sole sul mio piccolo balcone, finalmente arredato con piante e fiori, ho ritrovato il piacere della scrittura e della lettura, sto ascoltando molta musica, per me un toccasana per qualsiasi malumore, suono la mia adorata chitarra e studio.
E a sera, quando fa buio, fumando l’ultima sigaretta della giornata, mi fermerei ore ad ammirare le stelle, più luminose che mai. Ho letto che in India da qualche giorno è possibile vedere persino la catena dell’Himalaya, distante oltre duecento chilometri.
Che Madre Natura stia vincendo sulla pandemia e stia riprendendo il sopravvento?
Forse. Ma, ahimè, temo che questa sia semplicemente una pandemia e non un miracolo.
Foto di Cristian Prola
Allora a che cosa serve tutto questo?
Personalmente a rallentare, a prendermi finalmente cura di me stessa, a riflettere, a capire che in una situazione così eccezionale mi trovo bene.
Forse perché, nonostante la mia natura controversa e molto espansiva, ho ereditato anche un po’ del carattere schivo e solitario di mio padre.
Spesso prima che succedesse tutto questo ho invidiato, e a volte non compreso, gli insegnamenti di Alessia, che ha deciso tempo fa di rallentare e di godersi il ciclo della Natura.
Ora capisco che ha ragione lei e, per quanto cittadina nell’anima, non mi lascerò mai più travolgere dall’ansia di portare a termine mille impegni al giorno, e, peraltro, subito e alla perfezione.
Perchè è questo l’atteggiamento che ciclicamente mi fa soffrire di gravi crisi di depressione.
Foto di Cristian Prola
Forse così potrò essere più stabile?
Lo spero, anche perché di vivere sulle montagne russe mi sono davvero rotta il cazzo.
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