
Santarcangelo di Romagna: centro storico
Rimini non è solo patria incontrastata di locali di divertimento e più in generale di movida ma anche un territorio ricco di sorprese.
Ne è esempio il piccolo Comune di Santarcangelo di Romagna, a poco meno di mezz’ora d’auto dalla capitale dei divertimenti.
Santarcangelo di Romagna: perchè visitarla
Santarcangelo, oltre ad essere patria per eccellenza del Sangiovese, è un paese famoso per aver dato i natali a numerosi intellettuali, artisti e poeti. Tra questi spiccano Raffaello Baldini, Tonino Guerra, Guido Cagnacci, Augusto Campana e Gioacchino Volpe, Giulio Faini e Andrea Guerra, Fabio De Luigi e Daniele Luttazzi.
L’intero paese si sviluppa attorno al colle Giove ed è città slow: fa infatti parte della rete internazionale delle città del buon vivere (International network of cities were living is easy).
Vanta inoltre origini romane (i primi insediamenti risalgono risalgono infatti al 268 a. C).
Santarcangelo di Romagna: che cosa visitare

Santarcangelo di Romagna: grotta tufacea
Assolutamente imperdibile è la visita guidata all’interno Grotte Tufacee.
Vi sembrerà di fare un viaggio indietro nel tempo, in una sorta di labirinto alla scoperta di antiche leggende ed eccitanti racconti.
Le Grotte Tufacee sono un reticolo di misteriosi ipogei al cui interno sono ricavati spazi circolari, cunicoli, pozzi e camminamenti.
Le oltre duecento grotte censite sono distinte in “grotte a struttura semplice“ ed altre a “struttura complessa”. Le prime hanno solitamente un corridoio con nicchie laterali a pettine e copertura a botte o crociera; le seconde sono caratterizzate invece da una struttura molto più articolata.
Se per le prime si è ipotizzato un uso pratico (depositi, cantine per la conservazione del Sangiovese), per le seconde non si esclude, invece, una finalità cultuale (sacelli per il culto orientale del Dio Mitra, basilichette di monaci Basiliani) anche se il vero utilizzo è tuttora un mistero.
Santarcangelo di Romagna: il Festival del Teatro

Santarcangelo di Romagna: una adzora di Markus Öhrn
Gli appassionati di teatro e di performance artistiche non possono poi perdersi il Santarcangelo Festival, quest’anno giunto alla cinquantesima edizione.
Tra spettacoli, riti collettivi e ricerche condivise, il Festival è un’occasione unica per sperimentare nuove prospettive sul contemporaneo e inedite modalità di relazione e contatto.
Per me è stato letteralmente illuminante l’incontro con le adzore black metal di Markus Öhrn.
Azdora è una parola antica ma usatissima ancora tutt’oggi ed è legata alla figura della donna con mattarello in mano e grembiule preferibilmente fiorito legato alto in vita. Il sito Miti di Romagna ne raccoglie in una frase l’immaginario collettivo: “rubiconda in viso e un poco sporca di farina, con un fazzoletto in testa o un cappellino per raccogliere i capelli. Il simbolo positivo di una operosità instancabile e il cardine del tradizionale nucleo famigliare”.
Markus, memore dell’ultima confessione della nonna, che, sul letto di morte gli disse che avrebbe voluto nella sua vita fare molto di più per se stessa, ha trasformato un gruppo di trenta adorabili azdore in altrettanto adorabili provocatrici, tra automobili distrutte, canti in growl, escursioni in spiaggia per disturbare i bagnanti e scherzi d’acqua al mercato del paese. Il tutto fatto lontano da mariti, figli e nipoti e, soprattutto, senza liste di cose da fare o identità preconfezionate da indossare.

Santarcangelo di Romagna: le adzore di Markus Öhrn (foto di Markus Öhrn)
La performance avrebbe dovuto concludersi in occasione del festival 2015, con la proiezione del lavoro svolto, ma l’energia innescata fu troppa da arginare, tanto che nell’edizione 2019 del Festival l’artista svedese ha fatto allestire alle azdore una toccante camera mortuaria per la compianta nonna con la promessa che, a fine Festival, le avrebbe tutte portate a rendere un ulteriore omaggio sulla vera tomba della defunta.
Chi mi conosce sa quanto è stato facile per me innamorarmi perdutamente di Markus e delle azdore, ma anche dell’incredibile paese di Santarcangelo di Romagna, una località da non perdere anche per chi farà tappa a Rimini per una vacanza all’insegna del divertimento.
Come raggiungere Santarcangelo
Santarcangelo è situata lungo antiche vie di comunicazione (Emilia ed Aretina), quattro chilometri dal casello autostradale Rimini Nord e otto dalla via Adriatica che costeggia la linea di costa.
E’ possibile arrivare comodamente anche in treno perché la centrale piazza Ganganelli dista un chilometro dalla stazione ferroviaria o in aereo (trenta minuti dall’aeroporto di Rimini e un’ora da quello di Bologna).
Dove soggiornare: Sunflower City Hostel, Via Dardanelli, 102 Rimini o al fratello Sunflower Beach Hostel, se siete amanti delle spiagge di Rimini.
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